martedì 3 ottobre 2017

Ritrovarsi. 25 anni dopo.


Sono passati 25 anni.
25 anni da quando sedevamo in quei banchi bianchi, disposti a ferro di cavallo in un aula grande, la più grande della scuola, e super attrezzata.
25 anni dalla visione delle puntate dei documentari, dalle lezioni di programmazione con il linguaggio basico, dallo yoga nell’ora di religione, dalle spiegazioni sul corpo umano con il modellino gigante, dalle piantine sui banchi per insegnarci a prenderci cura di qualcuno o qualcosa, dal giradischi durante il pranzo, dagli intervalli lunghissimi per godere della natura, con il sole ma anche con la neve e la pioggia.

Eravamo tanti e diversi ma con due maestri molto speciali.
Due persone appassionate e piene di interessi, che hanno saputo trasmettere a tutti noi energia, curiosità, determinazione.
Che ci hanno tenuti uniti giorno per giorno.
Che ci hanno spronato a coltivare i nostri sogni.
Che ci hanno dato tempo e spazi, rispettando ognuno di noi e senza mai forzarci.
Che ci hanno dato fiducia.
Che hanno trasformato una realtà scolastica in una esperienza di crescita personale.

Perché non può essere un caso se dopo 25 anni ci siamo trovati in buon numero intorno ad un tavolo, a ridere, ricordare e raccontarci rispondendo alle domande della maestra (del tipo: “ sei soddisfatto della tua vita?”, mica roba scontata e con il richiamo perentorio a fare silenzio e ascoltare gli altri, mostrando quel rispetto e quella empatia che lei ha sempre considerato più importante di qualunque regola ortografica), scoprendo poi che per tutti quel ciclo scolastico era stato il migliore e che i semi piantati tanti anni fa, in modo lieve e inconsapevole erano germogliati nelle nostre scelte di adulti e nelle nostre passioni.
Dal nuoto, il rugby e lo sci di fondo, alla musica, dallo yoga e alle tecniche di respirazione alla scrittura, dalla valorizzazione dell’amicizia ai legami familiari.

E, pur nei diversi percorsi e nella lontananza geografica a cui la vita ci ha condotti, con qualche ruga e capello bianco (o senza più capelli!) ma in fondo sempre gli stessi, un po' ci siamo ritrovati.

Soprattutto, però, abbiamo ritrovato i noi stessi bambini e loro, C. e M., i maestri che hanno così positivamente influenzato la nostra vita.
Ora, con questa consapevolezza, se potessi viaggiare nel tempo, cercherei di fissare nella memoria ancora più particolari, perché quanto siano preziosi certi momenti, spesso lo scopri solo vivendo e lasciando sedimentare.

Al mio ricciolino ed a I., che hanno da poco iniziato la primaria con uguale entusiasmo, anche se purtroppo non insieme, auguro fra 25 anni di poter raccontare lo stesso delle loro rispettive classi e insegnanti!

P.s. Quanto a te, amica mia che mi leggi e che c’eri, accanto a me, noi non ci siamo mai perse, solo distratte un attimino, tra studi, matrimoni e maternità, proprio come i nostri maestri raccontavano che è successo a loro.




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